Reti di Scuole: il social network scolastico.
Le Reti di Scuole, grazie alla Buona Scuola, hanno consolidato il loro ruolo: è compito del dirigente scolastico promuovere e presidiare le azioni organizzative collegate a tale risorsa.
Per introdurre il concetto di reti di scuole, partiremo dagli anni novanta. Con la Legge 59/1997 si dà avvio ad un processo di Autonomia che coinvolge la Pubblica Amministrazione, attraverso il decentramento dei poteri con contestuale trasferimento delle competenze amministrative dallo Stato, alle Regioni e agli Enti Locali. Si ha pertanto, un passaggio dalla ben radicata sussidiarietà verticale a quella orizzontale: se prima la gerarchia prevedeva il diretto legame col Ministro, ora si ha un collegamento distribuito in ampiezza, con esplicito riferimento al territorio e implicito rimando ad un più ampio concetto di rete.
In tale ottica sono pensate le Reti di Scuole.
Le reti scolastiche trovano fondamento nell’art. 7 del DPR 275/1999 (Regolamento autonomia) e vengono consolidate e rimodulate dalla recente riforma della Legge 107/2015 (Buona Scuola), che rispetto al precedente intervento legislativo, fissa l’attenzione sugli ambiti territoriali, affidando la promozione della costituzione delle reti alle competenze dell’Ufficio Scolastico Regionale, nella figura del suo Direttore Generale.
La possibilità di perseguire obiettivi comuni, la necessità di attivare percorsi formativi ad hoc, la flessibilità di scambio tra docenti e la prospettiva di instaurare collaborazioni sul piano della ricerca, della sperimentazione e dello sviluppo, sono solo alcune delle peculiarità attribuibili alle reti. Da auspicare, ad esempio, che l’unione delle forze tra istituzioni scolastiche sia finalizzata ad azioni inclusive e al contrasto alla Dispersione Scolastica e a tal scopo, la creazione di laboratori territoriali (es. laboratori creativi), può essere un elemento attrattivo e di interesse per tutta la comunità scolastica.
Cosa prevede nello specifico, la legge 107 per le reti scolastiche?
Il comma 70 (dell’articolo 1) precisa che le reti sono finalizzate alla valorizzazione delle risorse professionali, alla gestione comune di funzioni e di attività amministrative, nonchè alla realizzazione di progetti o di iniziative didattiche, educative, sportive o culturali di interesse territoriale, da definire sulla base di accordi tra autonomie scolastiche di un medesimo ambito territoriale, definiti accordi di rete.
Il comma 71 stabilisce che gli accordi di rete individuano i criteri e le modalità per l’utilizzo dei docenti nella rete, nonchè di assistenza e di integrazione sociale delle persone con disabilità, anche per insegnamenti opzionali, specialistici, di coordinamento e di progettazione funzionali ai piani triennali dell’offerta formativa di più istituzioni scolastiche inserite nella rete. Gli accordi di rete individuano altresì i piani di formazione del personale scolastico e le risorse da destinare alla rete per il perseguimento delle proprie finalità.
Esempi di Accordi di Rete.
Un esempio concreto potrebbe essere un accordo finalizzato alla realizzazione di un modello innovativo di didattica digitale, attraverso la sperimentazione e la condivisione di buone pratiche, per la definizione di curricoli di educazione digitale differenziati per ordine e grado di scuola, con particolare attenzione alle tematiche sempre più attuali riguardanti l’intelligenza artificiale e i big data.
Tra le finalità, l’organizzazione di iniziative formative e informative per docenti quali creatori e utilizzatori di contenuti e tecnologie per la didattica e la necessità di preparare gli studenti fin dal primo anno di corso, attraverso il progetto di rete che si articola attorno alla elaborazione di un curricolo verticale che, partendo dalle nozioni di base, si faccia via via più complesso. Tra i soggetti coinvolti, oltre alle istituzioni scolastiche, i dipartimenti universitari e le aziende informatiche. Il tutto in coerenza con il Piano “Scuola 4.0” , con il nuovo PNSD e con il quadro di riferimento europeo DigComp 2.2.
Un secondo esempio, potrebbe riguardare un accordo tra scuole, finalizzato alla prevenzione della dispersione scolastica, promuovendo il benessere nelle scuole e la partecipazione dei genitori attraverso iniziative in collaborazione con agenzie del territorio ed esperti esterni. In particolare, la prevenzione del disagio, la promozione delle eccellenze, l’orientamento in uscita, la valorizzazione dei diversi stili cognitivi e di apprendimento, la documentazione e condivisione di prassi didattiche significative potrebbero essere punti cruciali del progetto centrale dell’accordo per il contrasto all’abbandono e alla disperisione scolastica.
Come si muove il DS nelle reti scolastiche?
Nel contesto normativo, un passaggio fondamentale è l’approvazione del consiglio di istituto, che come stabilito dall’art. 45 del DI 129/2018 (Regolamento gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche), delibera in merito ad adesione a reti di scuole e consorzi.
Il Dirigente Scolastico, dovrà avere caratteristiche tipiche di un leader educativo, ponendosi come obiettivo principale quello di assicurare la qualità del livello organizzativo di base per offrire un servizio educativo di alto livello, migliorando la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento: pertanto si attiverà per instaurare convenzioni con gli enti locali, con le università, con le imprese operanti sul territorio, coinvolgerà tutti gli attori del sistema scuola affinché possa nascere un vero cuore pulsante finalizzato ad alimentare l’azione educativa e formativa e a coltivare i principi ed i valori tipici della Cittadinanza Attiva .
ultimo aggiornamento 28 nov 2022
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